Percorrendo le vie di Genova alla ricerca di piante selvatiche non era raro attirare sguardi interrogativi, spesso un pò sospettosi, dei passanti: che cosa potevano cercare due persone munite di taccuino, matita, guanti e sacchetti? Qualcuno ogni tanto vedendoci estirpare qualche pianta, esclamava: finalmente si sono decisi a eliminare tutte queste erbacce!”.
Basta un piccolo accumulo di terreno tra il marciapiede e il muro, o uno spazio un pò più ampio fra un lastrone e l’altro, affinché il verde prenda il sopravvento, con la comparsa di cinque o dieci specie diverse in pochi decimetri quadrati.
Tutto questo è di solito ignorato o, peggio, percepito come disordine; e pensare che durante la nostra indagine – solo rimanendo nei confini delle zone a più elevata densità abitativa – abbiamo reperito più di 4000 specie diverse!
VI ASPETTIAMO CON L’AUTORE!
Sembra buffo presentare nel Parco Naturale di Portofino un libro nato dal desiderio di annotare le forme di vita soffocate dal cemento cittadino, che però ce la fanno comunque! Qui, nei dintorni dell’Eremo di Sant’Antonio di Niasca (entroterra di Portofino), la natura si esprime in totale libertà nel suo habitat.
Ma un giro a scoprire queste piante, le loro doti e caratteristiche ci permetterà di passare una bella giornata nella natura, in un posto speciale.
La prefazione del libro della Prof.ssa Giuseppina Barberis si intitola “Dal disordine alla bellezza”…ma qui il disordine della natura è subito BELLEZZA!
Gli autori Mariasole e Mario Calbi ci porteranno a riconoscere un pò di piante nei dintorni dell’Eremo, e ci racconteranno del libro meravigliosamente illustrato!
La stampa botanica è una tecnica derivata dalla tintura naturale che utilizza elementi vegetali (foglie, fiori, bacche, radici ecc.) per realizzare stampe su tessuti, carta e altri tipi di supporto. Sono gli elementi vegetali stessi a rilasciare i loro colori sul supporto, imprimendo stabilmente la propria impronta, con speciali accorgimenti.
Nel workshop imparerai passo passo come realizzare stampe 100% naturali partendo dallo studio delle fibre (animali e vegetali), passando per l’osservazione delle specie arboree del territorio. Sperimenterai ogni passaggio della stampa naturale su tessuto.
Il prezzo include il pranzo e due sciarpe che porterai a casa stampate da te. I materiali funzionali al workshop di stampa naturale saranno forniti dal Carolina Tonini.
Info e prenotazioni +39 351 7231090
ATTREZZATURA PERSONALE: guanti in lattice sottili, grembiule (o abbigliamento da lavoro), carta e penna per appunti, forbici.
PROGRAMMA:
10 .00 – 12.30 – introduzione, la mordenzatura, passeggiata botanica e raccolta vegetali, composizione e preparazione stampa;
12.30 – 14.30 – stampa (questa fase, per la quale sono necessarie ca. 2 h di cottura, (in concomitanza con la pausa pranzo)
14.30 – 17.00 – apertura stampe, la manutenzione e considerazioni finali
IL WORKSHOP è gestito da Carolina Tonini (cel. +39 351 7231090), classe 1991, diploma all’Accademia Ligustica di Belle Arti in Scenografia e Costume per lo Spettacolo; lavora dal 2015 come costumista e sarta collaborando con diverse realtà teatrali italiane.
Dal 2019 si dedica allo studio e alla pratica della tintura naturale e dell’eco-printing; nel 2020 da vita al progetto Naturalia e tiene workshop per adulti e bambini, giocando e creando con i colori della natura.
Dimostrare che il muretto a secco, se costruito “a regola d’arte”, è un manufatto duraturo, strutturale e non fragile come la cultura “grigia” del cemento lo vuol far passare: in Liguria siamo circondati da muretti secolari perfetti! Su questa idea abbiamo fatto molta strada ed ecco il progetto AQUAE che abbiamo presentato per il bando PNRR “Protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale”, un antidoto alla siccità.
L’idea è recuperare le acque, non solo dalle falde dei tetti, dal fiume e dalla sorgente, ma anche dal drenaggio dei muretti a secco, raccogliendola nei periodi piovosi e conservandola nella cisterna dell’Eremo per l’irrigazione nei mesi estivi.
Al contrario dei manufatti in cemento i terrazzamenti di “muri a secco”, oltre al recupero della superficie coltivabile e la miglior preservazione del suolo, hanno una fondamentale funzione idrogeologica, con il rallentamento delle piogge improvvise e abbondanti. Il progetto mira a diversificare gli approvvigionamenti di acqua e studiarne l’efficenza; generare un primo modello sperimentale di muretti a secco e divulgarlo per fare un passo avanti nella cura del paesaggio e nella gestione accurata della risorsa idrica nei paesaggi terrazzati.
Abbiamo vinto l’80%. Siamo comunque intenzionati ad andare fino in fondo, anche con il tuo sostegno. L’Eremo di Sant’Antonio è un rifugio escursionistico dedicato ai giovani e agli amanti della natura, con prezzi abbordabili e non ha quindi la forza per coprire il 20% restante.
Puoi sostenerci liberamente collegandoti al QR code qui sotto: qualsiasi importo è una goccia preziosa!
In passato era molto più evidente questo bisogno primario d’acqua e gli insediamenti erano scelti accuratamente vicino a fonti d’acqua: non a caso l’Eremo di Sant’Antonio di Niasca ha sia il fiume che una sorgente a pochi metri. Allora l’uso era molto più accorto e si aveva la precisa percezione della preziosità dell’acqua sia per usi domestici, sia per l’agricoltura, sia per produrre “lavoro”, cioè energia attraverso la ruota del mulino che trasmetteva il movimento per far girare le macine.
E OGGI? L’impronta idrica della produzione in Italia è circa 70 miliardi di m3 di acqua l’anno. L’agricoltura è il settore più assetato d’Italia con l’85% dell’impronta idrica della produzione, comprendendo l’uso di acqua per la produzione di colture per l’alimentazione umana, al mangime per il bestiame (75%) e per pascolo e allevamento (10%). Il restante 15% dell’impronta idrica della produzione è suddiviso tra produzione industriale (8%) e uso domestico (7%).
L’impronta idrica dei consumi in Italia è di circa 132 miliardi di m3 di acqua l’anno (oltre 6mila litri pro capite al giorno) e comprende anche l’acqua nei beni importati. Da solo, il consumo di cibo (che include sia prodotti agricoli sia di origine animale) contribuisce all’89% dell’impronta idrica totale giornaliera degli italiani.
Il consumo di acqua per usi domestici (per pulire, cucinare, bere, etc.) è solo il 4 % dell’acqua che consumiamo ogni giorno, mentre l’acqua “incorporata” nei prodotti industriali rappresenta il 7%. I prodotti di origine animale (compresi latte, uova, carne e grassi animali) rappresentano quasi il 50% dell’impronta idrica totale dei consumi in Italia. Il consumo di carne, da solo, contribuisce a un terzo dell’impronta idrica totale.
La consapevolezza di questi dati ci hanno stimolato a progettare degli accorgimenti per il nostro (per ora) piccolo orto, che usa solo l’acqua del fiume; e per l’uso domestico dove abbiamo fatto l’impianto in modo tale da non usare acqua potabile nelle cassette dei gabinetti. Ma abbiamo moltissime altre idee in testa!